31 marzo 2020


Arriva dai famigliari di un'Ospite, seguita con affetto e attenzioni da tutto il personale della struttura.

Quando i nostri genitori invecchiano e subentrano problemi di deambulazione o di demenza, ricorriamo all’aiuto della badante. Poi, con l’aggravarsi della malattia, ci rivolgiamo ad una struttura di assistenza: la casa di riposo.

Questa scelta spesso ci crea ansie e sensi di colpa che riversiamo sui dirigenti della struttura. Persone che, con professionalità, non ci giudicano, anzi, ci rassicurano e comprendono ogni nostra riserva.

Da quel giorno il nostro genitore diventa l’ospite di cui numerosi operatori si prendono cura: la sua dignità non viene mai offesa, non pretendono più di quanto sia capace di fare.

Gli parlano lentamente con frasi corte e semplici e attendono che l’ospite risponda e magari lo ripetono due volte. Si avvicinano di fronte, in modo rilassato, con un caldo sorriso e un tono di voce dolce. L’ospite a volte ripete ossessivamente la stessa cosa e loro in modo leggero gli danno sicurezza. Alla sera, quando è più intollerante e nervoso, la gentilezza di un piatto “speciale” per la cena gli restituisce serenità. La notte succede che sia irrequieto, che inizi a girovagare, vedere ed ascoltare cose che glia altri non vedono e non sentono, ma prontamente una mano sicura stringe la sua e con semplicità lo guida riaccompagnandolo al proprio letto.

Questo accade 365 giorni all’anno e queste operatrici ed operatori ci sono sempre.

Quando l’ospite raggiunge l’ora del trapasso, loro sono sinceramente vicini ai parenti e ne condividono emozione e dolore.

Questa storia, comune a tanti, è stata anche la nostra: l’ospite era la nostra mamma e nonna, la direttrice e gli operatori sono quelli della casa di riposo di Venasca.

A loro rivolgiamo il nostro più sincero ringraziamento.

 I famigliari di Bottero Caterina Orusa

www.targatocn.it del 31/03/2020